Toscana, primo caso di suicidio assistito

Firenze (mercoledì, 11 giugno 2025) — La Regione Toscana, da mesi, si muove in prima linea sulla tematica del suicidio assistito, un modo per permettere alle persone di mettere a termine le proprie sofferenze con dignità e senza trascinarsi. A febbraio è stata approvata la legge regionale, e oggi è arrivata la notizia del primo caso.

di Alessandro Drago

Daniele Pieroni, scrittore di 60 anni, si era appellato alla legge regionale e aveva scelto di porre fine alla propria vita, riuscendoci. Residente in provincia di Siena, Pieroni soffriva da quasi 20 anni di Parkinson, condizione che negli ultimi anni era peggiorata a tal punto da costringerlo a vivere con la PEG – gastrostomia endoscopica percutanea, procedura medica per consentire l’alimentazione direttamente tramite un tubo – attiva per 21 ore al giorno. Un’agonia.

“La legge toscana sul fine vita ha colmato un vuoto. Occorre però adesso una norma nazionale che formalizzi quanto affermato dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242 del 2019. Quanto avvenuto dimostra che la nostra legge, in realtà, non crea nuove condizioni, anche di disciplina, rispetto al fine vita medicalmente assistito. La legge si è limitata a tradurre in procedure obiettive, imparziali, neutre, uguali per tutti quanto affermato dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242 del 2019.

La legge toscana ha reso concreti i principi contenuti nella sentenza, permettendo ai cittadini di accedere ad un percorso di fine vita medicalmente assistito, rispettando il principio di autodeterminazione. In poche parole – ha concluso Giani – siamo davanti alla dimostrazione più evidente di quanto la legge toscana abbia momentaneamente colmato un vuoto, che però non abbiamo la presunzione di riempire per sempre. Diventa adesso opportuno arrivare a una legge nazionale che traduca i principi della sentenza della Consulta”. Ha affermato il governatore Eugenio Giani.