Gerusalemme (lunedì 22 luglio 2024) – «La Knesset si oppone fermamente alla creazione di uno Stato palestinese», affermando che «rappresenterebbe un pericolo esistenziale per lo Stato di Israele e i suoi cittadini, perpetuerebbe il conflitto israelo-palestinese e destabilizzerebbe la regione». Questo il testo della risoluzione approvata ieri dal parlamento israeliano, che ha ricevuto 68 voti favorevoli e solo 9 contrari (tutti deputati arabi).
di Davide Lettera
Questa decisione ha trovato pochissimo spazio sui media, ma dimostra chiaramente due punti già noti a chiunque voglia vederli. Primo, Israele non ha intenzione di rispettare il diritto internazionale, che sancisce il diritto dei palestinesi ad avere uno Stato, a meno che ciò non venga imposto. Secondo, la politica israeliana è assolutamente unita su questo fronte. Anche quella che in Occidente viene definita “opposizione democratica”, guidata dal Partito di Unità Nazionale di Benny Gantz, ha votato a favore della continuazione del progetto coloniale.
Mentre i media liberali si concentrano sulla figura del premier Benjamin Netanyahu e sulla “deriva estremista” del suo governo, la risoluzione della Knesset non fa che formalizzare il progetto storico del sionismo. Dalle dichiarazioni dei leader storici israeliani emerge una chiara intenzione: «Noi dobbiamo espellere gli arabi e prendere il loro posto», affermava David Ben Gurion nel 1937. Golda Meir, nel 1969, dichiarava: «Non esiste una cosa come il popolo palestinese». Queste affermazioni si uniscono a molte altre, dimostrando una linea di pensiero coerente tra i leader israeliani dal 1948 a oggi.
Questa risoluzione del parlamento israeliano sfida apertamente le istituzioni internazionali come l’ONU e la Corte Penale Internazionale, che potrebbe emettere un mandato di arresto per crimini di guerra contro Netanyahu.
Un’ultima conseguenza di questa risoluzione riguarda i governi, come quello italiano, che seguono la posizione degli USA, opponendosi ad ogni iniziativa per forzare la nascita dello Stato Palestinese. La posizione americana (e del governo Meloni) è che la soluzione “a due Stati” deve essere raggiunta attraverso trattati di pace tra Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese, senza imposizioni esterne. Questa posizione, data la realtà del contesto, equivale a un sostegno indiretto alle azioni israeliane.
La risoluzione israeliana getta luce sulla menzogna diffusa dai governi occidentali e dai media dominanti, secondo cui i politici israeliani desidererebbero una trattativa di pace, ma questa è resa impossibile dai “terroristi” di Hamas. L’unica possibilità per promuovere la pace e il rispetto del diritto internazionale è imporre a Israele la fine dell’occupazione, il ritiro entro i confini legali e il riconoscimento immediato di uno Stato di Palestina libero e indipendente. Ogni altra iniziativa è complicità con l’occupazione israeliana e con il genocidio del popolo palestinese.
Last modified: Luglio 23, 2024